0 Dichiarazione di uso civico

Riportiamo qua sotto la dichiarazione di uso civico dell’Ex caserma dei Carabinieri, elaborata da tutte le Associazioni facenti parte del Distretto della Creatività e approvata in Giunta Comunale. A Piccoli passi si va verso il riconoscimento dell’ex Caserma come Bene Comune Urbano.

Questa dichiarazione attinge a piene mani dal progetto dell’Asilo Filangeri di Napoli.

Dichiarazione di uso civico del
Distretto della Creatività di Alghero

 

Preambolo

La presente Dichiarazione è ispirata e va interpretata alla luce dei seguenti principi:

 

la comunità eterogenea, mutevole, solidale e aperta di persone, gruppi, collettivi, associazioni e organizzazioni di volontariato, lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura su cui si fonda il processo di sperimentazione politica, artistica e culturale in atto presso
l’ex Caserma dei Carabinieri di Alghero

 

si riconosce:

  • nel ripudio di ogni forma di fascismo, razzismo, omofobia e sessismo attraverso politiche attive di inclusione e di affermazione delle singolarità;
  • nella liberazione dell’espressione artistica e della cultura dalle logiche del profitto e del mercato, in quanto manifestazioni della creatività, della libertà e della personalità umana, nonché contributo fondamentale alla crescita qualitativa della società;
  • nell’interdisciplinarietà e nella condivisione delle arti, dei saperi e delle conoscenze, nell’ottica di liberare il lavoro esaltando una visione delle relazioni umane cooperativa e non competitiva secondo il principio “da ciascuno secondo le proprie possibilità e capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni e desideri”;
  • nell’indipendenza dell’organizzazione culturale e artisticada ingerenze esterne alla pratica dell’autogoverno;
  • nell’interdipendenza, intesa come dipendenza della comunitàdalla capacità collaborativa degli individui che in essa si riconoscono;
  • nella ricerca del consenso nell’ambito della decisione, al fine di costruire un processo decisionale condiviso attraverso un metodo inclusivo e non autoritario;
  • nel rispetto delle diversità e nel dialogo intergenerazionale;
  • nel rispetto dell’ambiente del territorio.

 

Considerato che:

un bene appartiene alla categoria di “bene comune” se esprime utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona ed è informato al principio della salvaguardia intergenerazionale di tali utilità (“Commissione Rodotà per la modifica delle norme del codice civile in materia di beni pubblici – 14 giugno 2007”);

un bene per essere attratto alla categoria dei beni comuni deve essere caratterizzato da una forma di governo che sia ispirata ed attui forme di partecipazione diretta delle comunità di riferimento alla cura e alla gestione del bene;

la titolarità di un simile bene, indipendentemente dal titolo di proprietà, deve considerarsi “diffusa”;

l’intera disciplina della proprietà nella Costituzione italiana è vincolata alla nozione di “utilità sociale”;

gli “usi civici” sono la più antica forma di uso collettivo di beni destinati al godimento e all’uso pubblico e che è lecito considerarli come una «espressione di comodo» con la quale poter indicare istituti e discipline varie presenti sull’intero territorio nazionale e non solo in area agricola (sent. Cort. Cost. n. 142/1972); in particolare «vi è una stretta connessione fra l’interesse della collettività alla conservazione degli usi civici e il principio democratico di partecipazione alle decisioni in sede locale» (sent. Cort. Cost. n. 345/1997);

una tale forma d’uso collettivo regolamentato di un bene garantisce la fruibilità, l’inclusività, l’imparzialità, l’accessibilità e l’autogoverno delle comunità di abitanti;

tale forma d’uso collettivo dell’immobile in questione è regolamentato da una “Dichiarazione d’uso civico e collettivo urbano”; il bene pubblico in questione, nell’ottica del bene comune, sarà gestito direttamente dalla collettività, attraverso forme decisionali e di organizzazione fondate su modelli di democrazia partecipativa;

tali modalità di uso e i criteri di accesso al bene non potranno essere subordinati alla disponibilità economica dei singoli, dovendo servire gli interessi di tutta la collettività e la sua conservazione per le generazioni future;

il Distretto della creatività sarà quindi sede di un “centro di produzione interdipendente” attraverso cui realizzare i progetti artistici, culturali e sociali elaborati dalla comunità di riferimento;

la destinazione d’uso dell’immobile coinvolge anche attività di rilievo sociale e di libera fruizione degli abitanti del quartiere e della cittadinanza tutta, che di concerto con la comunità di riferimento, ivi promuovono attività e iniziative.

 

 

CAPO I – DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1 Bene comune, dichiarazione, comunità

Premesso che l’Ex Caserma, è utilizzata per sperimentare e garantire l’ampliamento e lo svolgimento dei processi partecipativi, articolati attraverso una programmazione delle attività e dei conseguenti utilizzo e gestione degli spazi da parte di persone, gruppi, collettivi, associazioni e organizzazioni di volontariato, lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura; la comunità di riferimento così individuata si impegna a favorire la creazione di un “centro di produzione e fruizione interdipendente” che ponga gli spazi e le risorse del “Distretto” al servizio delle associazioni culturali e delle organizzazioni di volontariato assegnatarie, delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura e di tutta la cittadinanza.

La proprietà dello stabile – in quanto demanio comunale – è del Comune di Alghero, che nella piena disponibilità dell’immobile, ispirandosi al principio di “bene comune”, lo vincola alla destinazione di uso di un “centro della creatività”, inteso quale luogo adibito alla creazione e fruizione delle arti e della cultura, in cui si esercitano e sperimentano forme di democrazia partecipativa che determinano le condizioni d’uso collettivo dello spazio, nella consapevolezza che “vi è una stretta connessione fra l’interesse della collettività alla conservazione degli usi civici e il principio democratico di partecipazione alle decisioni in sede locale” (sent. Cort. Cost. 345/1997); ovvero come un laboratorio culturale al fine di sperimentare e garantire l’ampliamento e lo svolgimento dei processi partecipativi articolati attraverso una programmazione delle attività e del conseguente utilizzo e amministrazione diretta degli spazi da parte della comunità di associazioni e abitanti;

La comunità di persone, gruppi, collettivi, associazioni e organizzazioni di volontariato, lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura, si impegna a praticare forme decisionali condivise che assicurino una gestione includente e la libera espressione dell’arte e della cultura, in opposizione a logiche privatistiche e clientelari.
A tal fine la comunità adotta la presente “Dichiarazione d’uso civico e collettivo urbano” quale strumento di autogoverno.
Il “Preambolo” è parte integrante della dichiarazione stessa.

 

 

Art. 2 Usi civici e collettivi urbani

 

La presente dichiarazione ispirandosi a un’interpretazione estensiva degli usi civici regola l’utilizzo degli spazi dell’Ex Caserma e degli strumenti di produzione ivi contenuti, garantendo la fruibilità, l’inclusività, l’imparzialità, l’accessibilità e l’autogoverno, al fine di assicurare la conservazione del bene per le future generazioni e il diritto d’uso collettivo da parte della comunità di riferimento.
Determina, inoltre, la struttura organizzativa e le funzioni dei vari organi di autogoverno per consentire una gestione sperimentale del bene ispirata ai modelli più avanzati della democrazia partecipativa e aperta alla dinamica creativa del processo di autogoverno.
Al fine di rendere effettiva tale pratica di gestione l’Amministrazione considera i diritti connessi di uso dell’immobile non solo nel significato di mero “accesso”, ma in quello più ampio di piena disponibilità da parte della comunità di riferimento, nel senso di includervi i diritti di amministrazione diretta del bene stesso.
Gli “organi di autogoverno” descritti nella dichiarazione costituiscono l’ente gestore del bene.

 

 

CAPO II – DIRITTI E DOVERI DI PARTECIPAZIONE

 

Art. 3 Modalità di partecipazione

 

La partecipazione alla vita del Distretto è libera. Per accedere agli spazi durante le Assemblee di Gestione e di Indirizzo, gli spettacoli e tutti gli altri eventi non è necessaria alcuna registrazione o tesseramento. Chi è interessato a svolgere attività negli spazi presenta la proposta all’Assemblea di Gestione oppure ai Tavoli Tematici secondo gli appuntamenti e le modalità pubblicate sul web. La proposta sarà gestita in base a quanto stabilito dalla presente dichiarazione.

 

Sono “abitanti” tutti coloro che partecipano alla vita, alla cura e alla gestione dell’ex-caserma che pertanto godono dei pieni diritti di partecipazione ai processi decisionali previsti dalla presente dichiarazione: può diventare abitante chi frequenta con continuità le assemblee e chi è partecipe alla gestione e alla cura dello spazio e si riconosce nella presente dichiarazione di uso civico. Gli abitanti possono partecipare a tutti i momenti in cui si scandisce l’autogoverno del Distretto.

Sono “ospiti” del Distretto coloro che propongono un’attività che è calendarizzata dall’assemblea ovvero coloro che, per finalità artistiche o culturali o sociali, fanno richiesta di uno spazio per un uso estemporaneo. Essi si impegnano anche a sostenere le attività attraverso solidarietà e collaborazione alle attività di cura e gestione durante il periodo della loro permanenza, possono partecipare a tutti i momenti in cui si scandisce l’autogoverno del Distretto ad eccezione del procedimento per la formazione del consenso.

Sono “fruitori” del Distretto tutti gli utenti che partecipano alle attività proposte
al pubblico dagli “abitanti” o dagli “ospiti”.

Sono “collettivi” gruppi informali di persone che si organizzano spontaneamente per iniziative condivise.

 

Art. 4 Rapporti con l’esterno

Il Distretto, nella programmazione e orgnizzazione delle iniziative e attività, potrà avvalersi della consulenza di esperti esterni nella specificità dei settori di intervento a livello nazionale e internazionale. Tali figure verranno proposte e identificate nell’ambito dell’Assemblea di Gestione.

 

Art. 5 Quaderno del Distretto della Creatività

Per lo svolgimento delle attività all’interno del Distretto è istituito un quaderno in cui vengono raccolti tutti i report delle assemblee e gli ordini del giorno dell’assemblea successiva con riferimento ai partecipanti

 

Art. 6 Principi di responsabilità

 

Per garantire lo svolgimento e l’armonia delle attività all’interno del Distretto è obbligo per tutti i soggetti coinvolti l’assunzione di un atteggiamento responsabile e rispettoso degli interessi della collettività e dei diritti delle generazioni future. Le attività si dovranno svolgere rispettando il contesto urbano garantendo un corretto rapporto con i residenti dell’area. Gli abitanti e gli ospiti per le attività devono servirsi dell’immobile esclusivamente per l’uso e per il tempo stabiliti; non possono cedere ad altri soggetti l’uso anche parziale degli spazi. Chi partecipa a qualsiasi titolo alle attività del Distretto è responsabile della realizzazione e della buona riuscita delle attività proposte.

 

CAPO III – ORGANI DI AUTOGOVERNO

 

Art. 7 Organi di Autogoverno

 

La dichiarazione intende garantire lo sviluppo e la razionalizzazione di pratiche decisionali condivise che assicurino l’obiettivo di una partecipazione effettiva e democratica alle scelte riguardanti l’utilizzo degli spazi del Distretto. A tale scopo, le pratiche di gestione della comunità di riferimento si articoleranno nei seguenti momenti:
1. Assemblea (di indirizzo e di gestione)
2. Tavoli Tematici di Programmazione
3. Progetti Trasversali

 

Art. 8 L’Assemblea

 

La forma assembleare è adottata per deliberare, discutere ed elaborare il calendario delle attività. Essa si articola in: 1. Assemblea di Gestione 2. Assemblea di Indirizzo

  1. L’Assemblea di Gestionediscute della gestione ordinaria delle attività svolte dal Distretto ed in particolare:

1.1 nomina all’inizio di ogni assemblea chi modera e chi redige il report;
1.2 discute e determina la programmazione delle attività; ogni progetto, indipendentemente dalla durata e dal settore artistico e culturale al quale afferisce, viene discusso e deciso collettivamente sulla base di una proposta diretta in assemblea secondo le modalità della dichiarazione;
1.3 coordina l’utilizzo degli spazi disponibili tenendo conto, innanzitutto, delle attività proposte dai Tavoli tematici e dai Progetti Trasversali di programmazione e, da ultimo, valutando le richieste di uso estemporaneo dei locali presentate seduta stante;
1.4 aggiorna il calendario delle attività che viene reso pubblico attraverso il web
1.5 l’Assemblea con motivazione e secondo le modalità stabilite ex art. 17, può respingere iniziative o proposte;
1.6 può costituire appositi “gruppi di lavoro” che supportano tecnicamente la realizzazione delle attività programmate, la comunicazione, la logistica e la cura dello spazio in relazione alle esigenze organizzative emergenti dal quotidiano svolgersi della vita della comunità;
1.7 discute e approva pubblicamente gli impegni di spesa relativi all’autogoverno, alla gestione e alla programmazione.

Ogni seduta dell’Assemblea di gestione si conclude con l’aggiornamento del calendario delle attività che sarà trasmesso all’Amministrazione; quest’ultima, nel rispetto dei principi di inclusività, imparzialità, fruibilità, accessibilità e autogoverno, potrà essere presente all’Assemblea di Indirizzo a mezzo di propri rappresentanti a testimonianza delle decisioni prese, dell’accessibilità e della fruibilità dell’Assemblea stessa.

  1. L’Assemblea di Indirizzo discute le linee d’indirizzo generali delle attività svolte nel Distretto. Essa decide in merito a:

 

2.1confronto riguardo gli ambiti culturali e artistici e condivisione della programmazione
2.2 rapporti con le altre realtà sociali, associative e istituzionali;
2.3 strumenti per garantire un’ampia divulgazione delle attività programmate;
2.4 confronto sui Tavoli tematici di programmazione e sui progetti tarsversali;

2.5 destinazione degli spazi della struttura ad una determinata attività di produzione artistica o culturale;

2.6 proposte per dotare lo spazio dei mezzi di produzione necessari per lo svolgimento delle attività attraverso l’acquisto, lo scambio, la costruzione o altra forma atta;
2.7 promozione di raccolta fondi e iniziative di crowd funding a sostegno delle attività e dei progetti;
2.8 risoluzione di eventuali controversie sull’applicazione della dichiarazione;
2.9 azioni da intraprendere in casi di violazione della dichiarazione;
2.10 supervisione sul funzionamento della dichiarazione e impegno nella risoluzione delle criticità monitorando periodicamente l’efficacia delle pratiche;
2.11 aggiornamento del Quaderno del Distretto;
2.12 redazione di una “Guida Pratica di Autogoverno” in cui si definisca dettagliatamente la struttura organizzativa del Distretto;
2.14 approvazione pubblica degli impegni di spesa e indicazione degli indirizzi di gestione economica per l’anno solare successivo pubblicandoli sul web;
2.15 conferimento delle funzioni di cui all’art. 13;
2.16 ogni altra questione che non rientri nelle competenze dell’Assemblea di Gestione.

 

 

Art. 9 Modalità di convocazione dell’Assemblea

 

Le modalità di convocazione dovranno garantire la più ampia partecipazione attraverso tempi congrui e mezzi di comunicazione appropriati. L’Assemblea di Gestione è pubblica e si riunisce almeno due volte al mese, di norma il primo e il terzo lunedì di ogni mese, salvo diversa calendarizzazione approvata dall’assemblea precedente.
L’Assemblea di Indirizzo, alla cui partecipazione sono tenuti i rappresentanti delle associazioni
assegnatarie e coloro che sono impegnati nei Tavoli tematici di programmazione, si riunisce almeno una volta ogni due mesi, comunque entro un massimo di 90 giorni. L’Assemblea di Indirizzo può essere convocata in seduta straordinaria qualora venga richiesto da almeno un quinto degli abitanti del Distretto. La convocazione con l’ordine del giorno dell’Assemblea di Indirizzo dovrà essere pubblicata sul web.

 

Art. 10 Ordine del giorno dell’Assemblea

 

All’inizio dell’assemblea viene letto l’ordine del giorno che può essere modificato o integrato, come primo punto, solo per consenso. L’ordine del giorno dell’Assemblea di Indirizzo è presentato, discusso e approvato dall’Assemblea precedente. Esso può essere integrato dall’assemblea stessa, come primo punto solo per consenso e quindi ratificato come all’ultimo comma dell’articolo precedente.

 

Art. 11 Tavoli Tematici

 

Tavoli Tematici si riuniscono pubblicamente e regolarmente secondo quanto previsto dai calendari pubblicati sul web per discutere ed elaborare le proposte pervenute all’Assemblea di Gestione o direttamente ai Tavoli. I progetti elaborati dai Tavoli vengono discussi, condivisi ed approvati in Assemblea di Gestione. I Tavoli di programmazione si impegnano a realizzare, anche materialmente, le proposte che vengono calendarizzate. I Tavoli hanno il compito di: 1. incoraggiare e sviluppare riflessioni sulle pratiche relative alla propria area di riferimento e di promuoverne la realizzazione; 2. discutere le proposte, valutarne la fattibilità, aiutare il proponente a formulare il proprio progetto in modo che sia in sintonia con le pratiche del Distretto; 3. coadiuvare il lavoro dell’Assemblea di Gestione;
4. rendere pubbliche sul web eventuali modifiche al calendario con un congruo anticipo. La creazione dei Tavoli deve essere proposta, discussa e approvata durante le Assemblee di Indirizzo.

Gli abitanti che partecipano ai Tavoli di programmazione sono responsabili della realizzazione e della buona riuscita delle attività proposte.

 

Art. 12 Progetti Trasversali:

 

I Progetti sono “trasversali” ai tavoli tematici, possono essere portati avanti da una singola associazione assegnataria o da più associazioni assegnatarie, includendo anche collettivi e abitanti; si relazionano con l’Assemblea di Gestione come i tavoli tematici.

 

Art.12.1 Progetto trasversale “Res Publica”

Durante la stesura di questo documento è già attivo all’interno dello stabile il progetto trasversale “ResPublica” che è una rete di associazioni, collettivi e persone che opera da diversi anni all’interno dell’ex Caserma e che si muove per la realizzazione dei seguenti obiettivi:

  1. inclusione sociale;
  2. formazione e apprendimento;
  3. arte e creatività;
  4. cittadinanza attiva;
  5. solidarietà internazionale, diritti umani e non violenza;

Il progetto ResPublica si basa al suo interno sul metodo assembleare e sull’autogestione e ha come principio fondativo il seguente “Codice Etico”:

(0)Il progetto è ispirato ei principi dell’ antifascismo, dell’ antirazzismo e dell’ antisessismo e si pratica l’ autogestione attraverso l’assemblea.1

(1)Qualsiasi associazione apartitica e aconfessionale che si riconosca nella pratica dell’antifascismo, che non lasci spazio alle discriminazioni basate su razza o etnia, sesso, genere, orientamento sessuale può unirsi al progetto ResPublica

(2)A garanzia dei principi di autonomia e autogestione le associazioni facenti parte del progetto ResPublica non potranno avvalersi di patrocini comunali o di altri enti e fondazioni per svolgere attività o eventi con il progetto ResPublica – mentre lo stesso tipo di collaborazioni o finanziamenti non sono inibiti nell’ambito di attività esterne e indipendenti dal progetto della Res Publica.

(3)L’uso degli spazi non è esclusivo, nessuna associazione è titolare di una singola stanza. L’impegno è a tenere tutte le porte aperte e includere chiunque nell’uso degli spazi. Fanno eccezione e saranno chiuse, in assenza di responsabili, solo le stanze nelle quali sono riposte strumentazioni costose o pericolose di cui le associazioni si servono per svolgere la propria attività.

(4) La rete di associazioni promuove il dialogo intergenerazionale.

(5) Le associazioni si impegnano a curare gli spazi, mantenerli puliti, evitare danni e a realizzare piccoli interventi di manutenzione ordinaria.

(6) Si applicano tutte le regole normalmente riferibili agli spazi pubblici, tra tutte il divieto di fumare all’interno dei locali.

(7) Le associazioni si impegnano a promuovere l’uso di bevande e alimenti ecosostenibili, etici e solidali. All’interno del progetto Res Publica si evita l’utilizzo di materiale geneticamente modificato, si pratica il boicottaggio delle multinazionali alimentari e sementiere, che appoggiano l’industria bellica e agiscono a danno dei territori e dei popoli.

(8) Ogni associazione si impegna a costruire le condizioni affinché gli spazi siano utilizzati con criteri di rotatività e inclusività.

(9) Le associazioni si pongono l’obiettivo di instaurare una dinamica inclusiva, solidale, non competitiva, tesa alla valorizzazione del senso di comunità e che restituisca a soci e cittadini la ricchezza proveniente dalla cultura, dall’arte e dai servizi di sostegno e aiuto reciproco.

 

Art.12.2 Nascita progetti trasversali

La presente dichiarazione sostiene e incentiva la nascita di nuovi progetti trasversali, quali ad esempio il progetto “Distre-T” promosso da lavoratori e lavoratrici dello spettacolo e della cultura e da un gruppo di artisti e associazioni.

 

Art. 13 Funzioni operative per l’uso civico urbano

L’assemblea di indirizzo può demandare a soggetti giuridici determinati, coinvolti all’interno del processo, lo svolgimento di funzioni operative. Tali soggetti agiscono subordinatamente a quanto deliberato dagli organi di autogoverno e non hanno poteri decisionali autonomi inerenti le attività riguardanti il Distetto.

Essi possono svolgere in via esemplificativa le seguenti funzioni: gestione e aggiornamento del sito e di tutti i servizi ad esso collegati; implementazione delle utenze fornite dalla civica amministrazione; partecipazione a bandi e avvisi pubblici e privati finalizzati al reperimento di risorse per la produzione culturale; organizzazione di iniziative ed eventi di autofinanziamento.

In nessun caso su di essi ricadono oneri di organizzazione o responsabilità non ricompresi nelle funzioni strettamente assegnate.

 

 

CAPO IV – MODALITÀ DI DECISIONE

Art. 14 Garanzie di accesso e fruizione collettiva

Principio inderogabile nella programmazione delle attività è l’uso non esclusivo di alcuna parte dell’immobile, in quanto la turnazione e la garanzia di utilizzo, accesso e fruizione degli spazi da parte dei soggetti che ne fruiscono è principio ispiratore dell’intero impianto dell’uso civico urbano. In nessun caso una porzione dell’immobile potrà essere assegnata come sede operativa a qualsivoglia soggetto, neppure temporaneamente, salvo i casi di cui all’art.13. Nessun progetto, proposto da singoli, associazioni e/o organizzazioni esterne al Distretto, anche se finanziato con fondi pubblici, potrà essere svolto nello stabile dell’Ex Caserma senza l’approvazione dell’Assemblea di Indirizzo, che rappresenta l’organo di garanzia dell’autonomia artistica e culturale della comunità di riferimento del Distretto. Sia i singoli sia i soggetti collettivi, di qualunque natura giuridica, possono proporre attività secondo le regole della presente dichiarazione, con l’esclusione delle iniziative di propaganda elettorale e affini, attività a scopo di lucro e, salvo diversa decisione dell’assemblea, per iniziative pur meritorie che non possono essere ricomprese nell’ambito artistico, culturale e sociale. I tavoli garantiscono la continuità e il nomadismo con particolare attenzione a giovani, ricerca, sperimentazione e iniziative che generalmente non trovano spazio nei circuiti istituzionali. La calendarizzazione delle attività è sempre aperta a nuove proposte e garantisce che una parte degli spazi sia riservata al regolare lavoro della comunità per prove, attività connesse alla produzione e alla creazione di singoli, gruppi e compagnie.

Art. 15 Principi di cooperazione e cogestione

L’uso civico del Distretto si ispira ai principi di autogestione, cooperazione e mutualismo, e tende a rafforzare la responsabilizzazione individuale e collettiva durante il processo di programmazione delle attività. La responsabilizzazione si concretizza nell’attività di cooperazione che vede ogni singolo membro della comunità, sia ospite o abitante, concorrere all’attività di cura e gestione del Distretto al di là della specifica attività che lo vede impegnato.
Ogni singolo membro, sia ospite o abitante, la cui proposta di attività viene calendarizzata, sceglie, secondo le modalità individuate durante l’Assemblea di Gestione, in che modo e in quali momenti donare parte del suo tempo e delle sue competenze affinché altre ed altri membri della comunità possano parimenti godere delle strutture, dei mezzi produttivi, dei saperi e degli spazi del Distretto. Il  Distretto mira a rendere ogni attività ivi svolta, attraverso i principi sopra delineati, precondizione affinché altre attività possano avere luogo in futuro, in un’ottica di divisione equa dei carichi di lavoro, di cooperazione, di conservazione del bene per le generazioni future.

 

Art. 16 Proposte

Chiunque intenda svolgere un’attività all’interno del Distretto deve discutere personalmente la propria proposta durante l’Assemblea di Gestione al fine di favorire il confronto e la cooperazione fra gli abitanti del Distretto. Nei soli casi motivati da un’impossibilità materiale di partecipazione per cause di lavoro, malattia o altro grave impedimento è ammessa la delega. Sull’ammissibilità alla discussione di tali proposte, decide, per consenso, l’Assemblea di Gestione.

Art. 17 Formazione del consenso e decisione

In ossequio ai principi sopra enunciati e al fine di promuovere un’effettiva pratica di consapevolezza ed autorganizzazione civica, le decisioni prese dagli organi previsti dalla dichiarazione vengono stabilite sulla base del consenso.

Art. 18 Procedimento di modifica della Convenzione

L’uso civico urbano si fonda sulla capacità di autonormazione civica, a garanzia del processo di autonoma produzione artistica, culturale e sociale della comunità di riferimento. Pertanto ogni revisione periodica, nel rispetto dei principi inderogabili stabiliti nel preambolo della presente convezione, deve essere approvata dall’assemblea di indirizzo con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di due mesi.

 

CAPO V – DISPOSIZIONI DI CARATTERE ECONOMICO E FINANZIARIO

 

Art. 19 Finalità delle azioni realizzate

Il Distretto, come sede di un centro di produzione interdipendente, si fonda sulla dotazione e messa in comune dei mezzi di produzione nel campo delle arti, della cultura e dello spettacolo. A tale scopo, sono promosse e sostenute iniziative laboratoriali e seminariali, attività d’incontri e di produzione artistica volte ad incentivare la crescita e la valorizzazione dei bisogni della collettività, e degli individui che la compongono.

 

Art. 20 Risorse finanziarie

L’Amministrazione, riconoscendo l’alto valore sociale, culturale nonché le esternalità economiche positive generate dall’uso civico di un bene comune, che coinvolge non solo i fruitori dello spazio, ma il quartiere e la città tutta, provvede, nei limiti delle risorse disponibili, alla assunzione degli oneri di gestione e a quanto necessario per garantire una adeguata accessibilità all’immobile; essa altresì provvede a quanto necessario per garantire lo svolgimento in sicurezza delle attività e la tutela dell’immobile prevenendo danneggiamenti vandalistici; L’Assemblea di Indirizzo può individuare gli interventi di manutenzione necessari e richiedere l’attivazione dell’Amministrazione a riguardo; L’Amministrazione, nel rispetto della destinazione d’uso dell’immobile, può a sua volta individuare gli interventi necessari e sottoporli all’Assemblea di Indirizzo; L’Amministrazione si impegna a intervenire garantendo in ogni caso l’accesso e la fruibilità degli spazi secondo le attività calendarizzate.

 

Art. 21 Gestione economica

La gestione economica si fonda sul principio della trasparenza: 1. l’Assemblea di Gestione discute e approva pubblicamente gli impegni di spesa; 2. l’Assemblea di Indirizzo approva pubblicamente gli impegni di spesa e indica gli indirizzi di gestione economica per l’anno solare successivo; Le attività inserite nella programmazione del distretto non sono a scopo di lucro, si basano su contributi volontari utilizzati per il miglioramento delle condizioni di lavoro, dei mezzi di produzione e della cura dello spazio.
L’accesso agli spazi e alle attività non è mai subordinato ad una prestazione economica; i contributi eventualmente richiesti sono da intendersi sempre come liberi e non vincolanti.

 

Art. 22 Fonti di sostegno economico e finanziamento

Per la realizzazione e lo svolgimento delle attività la comunità degli abitanti, ogni gruppo, collettivo associazione interno al Distretto, può decidere quale dei seguenti  metodi di finanaziamento utilizzare: 1. ricorrere a forme di autofinanziamento quali la raccolta fondi e il crowd funding  2. stabilire accordi con altri enti o associazioni per il finanziamento di specifiche iniziative o di determinate attività; 3. reperire fondi pubblici e privati anche dotandosi degli strumenti giuridici necessari; 4. accettare donazioni, patrocini, sponsorizzazioni ed ogni altra attività decisa collettivamente in Assemblea di Indirizzo;

I beni conferiti per la dotazione degli spazi restano destinati e vincolati alla loro funzione collettiva; solo in caso di cambio della destinazione d’uso, i soggetti che li hanno conferiti, ove individuabili, possono richiederne la restituzione.

 

Art. 23 Ecologia ed ecocompatibilità

Le attività promosse dalla comunità promuovono principi di risparmio e razionalizzazione energetica, produzione minima degli scarti, riuso e riciclo dei materiali, cura delle aree verdi e semina dell’incolto.

 

 

 

Alghero, 15 novembre 2018

 

 

Alghero, autoproduzioni, cultura, socialità, autogestione