Per le strade

Appunti per una lotta no tav

Bicicletta, chiusini, palmare, foto, lettura, vicini, campanello, palanchino, cacciavite. Luigi è operaio letturista, compagno Majakovskij! Luigi è anche attore, ma il copione che recita, stavolta, è scritto dalla ditta appaltatrice. Zona per zona, cantine e tombini, mentre l’acqua scorre la fabbrica si fa città, e viceversa. Yamunin/Luigi ri-conosce l’inflessibilità della catena del lavoro precario, mentre ritrae il razzismo quotidiano, la guerra ai poveri e quella tra povertà apparentemente diverse. Torino non è quella delle grandi opere, non è il nuovo stadio, né il grattacielo San Paolo, anzi è anche tutto questo, combinato alle meschinità degli angoli di strada. Non è romantica la Torino degli anni Dieci.

Lo sanno bene là, in Valle, a pochi chilometri dalla grande città. I Piero, Sergio, Oscar, Lapo, Matteo hanno bisogno di decisioni ad alta velocità. Se è il loro il punto di vista che proviamo a esplorare finiremo per lasciarci tirare giù. Luca è un contadino, è un militante, è caduto da un traliccio e gli danno del cretino, se l’è andata a cercare. Marco vive e lavora in valle, finisce per diventare famoso, suo malgrado. Il Nemico pubblico, un demonio da additare come esempio disumano. “Pecorella” dice, ve lo ricorderete, e anche qualcos’altro, ma questo no, non ve l’hanno fatto sentire. Il Comitato Spinta dal bass raccoglie le voci di molte e molti che quella storia e quelle storie così complesse le conoscono, le sanno prendere, smontare e restituire. Quello che ne esce è un’analisi dei meccanismi di decontestualizzazione di un episodio di per sé insignificante, che ribaltano i termini di una lotta e non conoscono prima o dopo, come o perché. Nella storia mainstream spariscono i vent’anni di lotta, gli sgomberi violenti, la repressione con i gas, la caccia giù per le strade fin dentro i bar, così come spariscono i momenti di socialità, la gioia e la solidarietà, la sofferenza condivisa.

Allargare il cerchio delle vicende e stringere la visuale su dettagli importanti. Il Csoa Askatasuna ci restituisce tutti questi particolari: sono voci di militanti, è ricerca fatta sul campo quella di A sarà düra. Nel libro vediamo la lotta che costruisce “ambiente”, le competenze, i saperi, ma soprattutto i corpi delle persone, a disposizione di tutte e ognuna. Provenienze, esperienze, idee e pratiche diverse per difendere la salute e la terra, che sono però inestricabili dalle relazioni che si costruiscono in anni di lotta fianco a fianco. Ambiente che non è altro dalla società che lo produce, come l’umanità non è altro dall’ambiente che ne supporta la vita.

Diario di zona (2014, Alegre), Nemico pubblico (2013, Centro di documentazione sulle Resistenze) e A sarà düra (2012, DeriveApprodi) ci parlano della necessità e del diritto di produrre voci autonome, uniche e plurali, per raccontar-ci e non essere raccontati in un tempo nel quale è vitale mettersi in strada, in prima persona per appropriarsi del diritto di trasformare e scegliere le città, le relazioni, la socialità nelle quali vorremmo vivere.

Dolcino

Nemico pubblico è scaricabile gratuitamente dal sito del Comitato No tav Spinta dal bass (http://www.autistici.org/spintadalbass/), oppure si può ordinare al prezzo di 10€ sostenendo così la lotta No tav e, nello specifico, le spese legali e processuali dei militanti colpiti dalla repressione.

Alghero, autoproduzioni, cultura, socialità, autogestione